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Ungheria - Santo Stefano Rotondo al Celio

Nel Liber Pontificalis la costruzione della basilica viene assegnata alla volontà di papa Simplicio tra il 468 e 483, che la dedicò a santo Stefano e la fece edificare su un’antica caserma. Questa fu distrutta e livellata per la costruzione della basilica probabilmente nel V secolo.

Solo nel XII secolo la chiesa assunse poi la forma attuale.

Inoltre, tra il 642 e 649 papa Teodoro I fece traslare le reliquie dei santi Primo e Feliciano dalle catacombe sulla Via Nomentana nel braccio nord-orientale della basilica all’interno di una cappella a loro dedicata.

Con papa Nicola V (1447-1455), la cura della chiesa, ormai in rovina, fu affidata all’ordine paolino ungherese, grazie al procuratore dell’ordine paolino, Kapusi Bálint, che aveva buoni rapporti con il Papa stesso. È così che l’altare maggiore venne dedicato, tra gli altri, ai santi ungheresi della famiglia reale degli Árpád, come ad esempio santo Stefano primo re d’Ungheria, il figlio sant’Emerico, e re Ladislao.

Infine nel 1580, con l’appoggio di papa Gregorio XIII, fu fondato il Collegium Hungaricum, che per cause finanziarie dovette essere unito con il Collegio Germanico, per formare buoni sacerdoti che contribuissero alla controriforma cattolica.